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Parlando di Folgaria, superato ogni limite.

Michael RechNon posso non intervenire rispetto al perdurare di una ormai eccessiva e deleteria campagna stampa che da settimane coinvolge Folgaria. Questo perché se da una parte è doveroso che di fronte a problemi e situazioni così gravi, il paese, la gente e la politica accendano un dibattito schietto in merito a cause e prospettive, ritengo di gran lunga superato il limite di oggettività dei temi proposti che sfocia in una campagna denigratoria di un intera Comunità. Non è questo il momento delle rivincite da pulpiti improvvisati o per mano di soggetti estranei al territorio, con motivazioni peraltro diverse rispetto al bene di Folgaria. Qui, e mi rivolgo alla popolazione del Trentino che da mesi vede Folgaria raccontata come un paese disfatto, ci sono famiglie, imprese, giovani che lavorano forte, che ogni giorno si impegnano per realizzare progetti e che ancora credono in questo territorio.

Siamo consapevoli della delicata situazione economica Folgaretana. Sarebbe irresponsabile non ammettere e riconoscere un preciso momento storico di difficoltà. Ma non si può nemmeno disconoscere quanto in questi 20 anni è stato fatto e quanto abbia garantito sviluppo economico per un’intera Comunità.

Indipendentemente da tutto, Folgaria oggi rappresenta un ambito turistico tra i più importanti del Trentino, con nuove imprese e giovani imprenditori. Qualcuno di recente ricordava gli anni che furono, beh, se siamo qui a parlarne è anche grazie a questo progetto.

Oggi le nostre imprese soffrono lo strascico più duro della crisi, della pressione fiscale ed anche va detto, di un flusso turistico annuo troppo discontinuo generato tra estate e inverno. Sono stati fatti errori, certo, la comunità è disorientata, vi è una spaccatura sociale e di coesione, ma non è questo il momento di lasciarsi andare, di farsi travolgere dagli avvenimenti, se si è al capolinea di qualcosa (cit. Questo Trentino) non siamo certamente di fronte al capolinea di Folgaria ma alla chiusura di un ciclo di sviluppo, come è giusto che sia.

Abbiamo assistito a dichiarazioni, articoli, volantini anonimi talvolta ripresi anche da esponenti del consiglio provinciale, dove con voluto pressapochismo per opportunismo politico venivano citati dati parziali, alcuni totalmente privi di fondamenta, forvianti rispetto al reale andamento turistico-economico del territorio. Qui lo certifico, non va tutto bene, ma la situazione disegnata in questi mesi è completamente distorta rispetto alla realtà. Non lo diciamo noi, ma i dati, i feedback dei nostri turisti, dei tour operator e dei mercati che attribuiscono a Folgaria, dinamicità, varietà di proposta. I nostri imprenditori a testa bassa stanno aprendo le loro attività, nonostante anche il meteo sia contro di noi, chiediamolo a loro se questa bagarre è quello che serve o se invece ci sia necessità di ripartire da questa difficoltà con un nuovo disegno di territorio, ancora una volta rimboccandosi le maniche.

Serve una rinascita culturale e sociale, una nuova linfa che alimenti un piano di sviluppo socio economico del territorio. Questo deve chiedere Folgaria alla propria amministrazione, un profondo cambiamento, che raccolga questo disorientamento con una politica di lungo periodo. Perché la sensazione invece è quella di non vedere nulla come se tutto fosse concesso. A partire dalla denigrazione continua di questa Comunità ma perfino paradossalmente ai proclami di secessione Trentina da parte di un proprio amministratore.

Deve essere ricostruito un rapporto tra la popolazione, garantendo un ricambio politico- generazionale che passa anche attraverso la garanzia di un turnover di quegli amministratori che per anni hanno guidato l’altopiano. Vanno rilanciati temi innovativi troppo spesso ignorati, in un ottica di territorio inserito in un sistema Trentino e dove anche la riforma della pubblica amministrazione locale diventi stimolo per un rilancio di un territorio, quello degli Altipiani meno chiuso in se e più orgoglioso di portare anche fuori dai suoi confini idee e progetti.

Sono convinto serva oggi un deciso cambio di rotta, abbandonando schemi e concetti orami appartenenti alla preistoria. Mi dissocio però e rifiuto un processo distruttivo che intende prima ridurre tutto in macerie e poi ripartire.

Infine non possiamo tollerare che il dibattito sia gestito da anonimi che non ripongono in quanto scrivono, quella serietà e responsabilità imprescindibile per chi si propone di amministrare a partire dal metterci nome e cognome. I mesi di fronte a noi saranno decisivi per il futuro di questa Comunità e la coincidenza tra quanto sta accadendo ed il ricambio delle amministrazioni Comunali, Comunità di Valle ma anche negli organai sociali di APT e Società impianti, ripongono nei cittadini una grande occasione di rinascita.